Una lettera

Ciao a voi,

il 18 giugno scrivevo:
"Dove l'orizzonte è piatto non so stare", dice Louis Oreiller, ospite del festival di montagna che scopro oggi alla festa di radio Popolare: e' "Il richiamo della foresta", in Val d'Aosta a fine Luglio. Lo so che ho bisogno degli orizzonti piatti, di vedere tutta la pianura e solo in fondo le montagne, lo so che quando ero in montagna ai campi Scouts guardavo in fondo e sognavo "laggiù in fondo c'è il mare e tra poco ci vado". So che quando cammino o sto nei boschi Qualcosa non Quadra, so che l'anno scorso ho scoperto la straordinaria apertura delle Dolomiti e invece questo è nella chiusa Val d'Aosta; so che ho appena detto che voglio fare una vacanza comoda sul bordo di una piscina... Ma io a fine luglio ci vado, l' ho deciso in un minuto".

E ci sono venuta. La sfida era quella della solitudine, guarda un po': perchè il mio compagno sarebbe stato a lavorare in una struttura turistica su un'altra montagna, in Lombardia, e dopo tanti anni, io avrei fatto una vacanzina da sola.

E' stato interessante: quando mi si è rotto in mano un paletto della tenda durante il montaggio, essendo da sola, non ho potuto permettermi nemmeno un secondo, ma dico un secondo, di scoraggiamento, perchè ero nella merda e non potevo permettermelo. Ho aggiustato e risolto. In due ci saremmo scoraggiati e bestemmiati addosso.

Dopo il primo dibattito del venerdì sera, ho capito che assistere agli incontri da sola sarebbe stato un po' triste: con chi confrontarmi? Con chi esaltarmi di fronte a tante parole, tanti ragionamenti così interessanti e sfidanti?

Ma è bastato alzare la testa, sfilandomi dalle sedie, per trovare le due facce amiche di Natalino e Stefano, ex compagni di strada politica, amicizie nate intorno ad una passione per un percorso che mai più si ripeterà, avvelenate definitivamente dalla divisione tra il Pd e il resto della sinistra alle ultime elezioni.
Mi hanno adottata senza indugi e così ci siamo seduti vicini tutto il sabato, ritrovando la vecchia intesa, senza risparmiarci però battutine, ma soprattutto convidendo, e portandoci a casa, lo stesso punto di domanda: ci ritroveremo ancora? Non so. Nessuno riesce a tendere la mano per primo.

E' lungo il filo che lega a "Le luci della centrale elettrica": lo vedemmo anni fa unplugged in un paesino di montagna in Sicilia. Era ora di risentirlo. In montagna.

La domanda di queste settimane che mi ha spinto a venire, ma credo sia la stessa per molti dei partecipanti e per voi, è come fermare lo spopolamento della montagna, l'invecchiamento del nostro Paese, e nello stesso tempo veder arrivare barcate di giovani disperati e disperate e non sapere come integrarli.
Due possibilità enormi che viaggiano parallele e non si incontrano.

Avete invitato testimoni forti e radicali: la combattente curda, la comune pugliese, Michela Zucca (aah, le cose dirompenti che dice sulle donne, la democrazia, le invasioni...), i valdesi (aah, quanto c'è da imparare dai valdesi.... Davvero eravate diffidenti solo perchè c'è di mezzo la parola "chiesa"?), ma io credo che l'anno prossimo vi/ci tocchi mettere le mani nel piatto e confrontarci con la politica, ovvero con chi amministra, con chi deve risolvere problemi, con chi dovrà trovare soluzioni nazionali e pensare a leggi per la montagna, per i luoghi disabitati, per le economie da inventare, per la disoccupazione degli italiani e degli stranieri. Bisognerà fare dei passi avanti, rimanere in quota ma far arrivare le idee anche a valle. Non basta lo scambio ironico con il vostro sindaco: più ci penso, più mi arrabbio, perchè ha fatto capire tutta la difficoltà che si può avere con chi gestisce la cosa pubblica e fa così fatica a cambiare e ad aprirsi.

Poi è arrivata la domenica, e anche il mio compagno, a sorpresa, a raccogliermi infreddolita dalle due notti in tenda: il lavoro in montagna era andato un po' a schiantarsi il giorno prima e aveva deciso di farmi una sopresa.

Mentre vi scrivo, è ripartito per un altro albergo, per un'altra montagna, in Trentino. Ecco, c'è anche tanto da dire sulle condizioni dei lavoratori nel turismo montano.
Parliamo anche di questo, l'anno prossimo.

Bravi e GRAZIE,

Sara

Sara Battistini
2018